Il Salone dei Cinquecento
La crisi della Repubblica portò alla fine del Quattrocento alla decisione di costruire nel Palazzo della Signoria una grande sala, oggi chiamata Salone dei Cinquecento, che permettesse la riunione di un Maggior Consiglio. A promuovere l’impresa fu Girolamo Savonarola, allora deus ex machina della vita politica della Repubblica.
L’inizio: la Sala del Gran Consiglio
Un solo anno, il 1494, fu necessario alla costruzione sotto la direzione di Simone del Pollaiolo, noto come il Cronaca. Uno sforzo eccezionale considerando la mole dei lavori. Fu infatti necessario aggiungere un intero corpo di fabbrica lungo tutto il lato est del Palazzo della Signoria esteso dall’odierna via della Ninna al lato della piazza retrostante la Fontana di Nettuno. Furono costruiti 14 possenti pilastri di sostegno, oggi visibili attraversando il cortile della Dogana, e fu realizzata al primo piano un’enorme sala comparabile solo con quella del Maggior Consiglio nel Palazzo Ducale di Venezia (53.50 lunghezza, 25 larghezza e 15,40 altezza).
La sala costruita dal Cronaca con i suoi 54 metri risultava di mezzo metro più lunga della veneziana, era larga 23 metri e dunque di 2 metri più stretta e alta circa 11 metri, cioè più bassa di quattro metri di quella. Un’opera ingegneristica di estrema complessità progettuale e attuativa anche considerate le preesistenze edilizie, il dover adattarsi allo spazio circostante, che comportò la forma irregolare del Salone: strombata sui due lati minori.
L’interno, in consonanza con i dettami di Savonarola, era privo di decorazioni. Con il completamento dei lavori nel 1497 si chiude la prima fase della vita di questo enorme spazio civico.
La sala e battaglie di Leonardo e Michelangelo
La seconda fase inizia nel 1503 quando il Gonfaloniere Soderini, e con lui il Segretario della Cancelleria Niccolò Machiavelli, decisero di incaricare Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti di realizzare due affreschi per la parete est. L’impresa di grandissima importanza è rimasta incompiuta poiché la tecnica adottata da Leonardo portò al fallimento e all’abbandono della sua incompiuta Battaglia di Anghiari e a causa della partenza di Michelangelo per Roma, là chiamato da Giulio II. La storia della Battaglia “perduta” di Leonardo e della mai affrescata Battaglia di Cascina di Michelangelo meritano una pagina a sé.
La sala ai tempi di Cosimo I
La terza fase, che porta alla realizzazione dell’aspetto attuale del Salone dei Cinquecento, inizia nella seconda metà del XVI secolo, dopo al fine della Repubblica e con il governo del duca Cosimo I Medici. Abolito qualsiasi parlamento la sala fu destinata all’Udienza del Duca. La capitale trasformazione dello spazio fu affidata a Giorgio Vasari, che si occupò fra il 1563 e il 1565 tanto dei lavori di ampliamento che della decorazione. Prima di tutto il Salone su alzato di ben 7 metri, raggiungendo gli attuali 18 metri, e superando così di 3 metri l’altezza della sala veneziana. Solidissime e amplissime doppie capriate ne sostengono il tetto e con un complicato sistema di ancoraggio trattengono il soffitto a cassettoni.
Giorgio Vasari trasforma la sala in un complesso apparato per la glorificazione del duca. Il programma iconografico fu fornito dal Borghini. Al centro dei 42 riquadri del soffitto “Apoteosi del duca Cosimo I” che è rappresentato mentre la Gloria lo incorona, circondato dagli stemmi delle Arti fiorentine. Tutto intorno su dipanano le immagini degli episodi salienti della storia di Firenze, dalla fondazione all’epoca contemporanea, e delle città e territori che le sono sottomessi, così come dei quartieri della città.
La narrazione prosegue sulle pareti, dove i monumentali affreschi illustrano la conquista di Pisa e del territorio costiero, e sull’altro lato la conquista di Siena e della Toscana meridionale.
A sottolineare il pathos eroico furono poi aggiunte le statue, il Genio della Vittoria di Michelangelo, dal 1565, cioè appena fu donata a Cosimo I da Leonardo Buonarroti, a questa si aggiunsero quasi subito Firenze trionfa su Pisa del Giambologna, oggi quando l’originale è al Bargello, viene esposto il modello di gesso, e le Fatiche di Ercole di Vincenzo de’ Rossi.
Tutto è magniloquente: l’oro e la ricchezza delle cornici intarsiate, la monumentalità degli affreschi, le statue eroiche.
Il salone dei Cinquecento oggi
Oggi il Salone dei Cinquecento è luogo delle cerimonie ufficiali della città di Firenze, fulcro del Museo di Palazzo Vecchio e oltre a questo set di film e libri famosi: “Hannibal” di Ridley Scott e “Inferno” di Dan Brown.
Se vi interessa entrare nella storia di Firenze Repubblica e poi capitale del Granducato, vedere il luogo del potere per eccellenza, conoscerne la storia ai tempi di Firenze Capitale, questo è il luogo da visitare. Se inoltre volete sapere perché il Salone abbia questo nome, e, magari dopo aver letto “Inferno”, desiderate sapere qualcosa di più del normale lettore e forse di Dan Brown stesso, vi invitiamo a visitare con noi Palazzo Vecchio.
(C. Barcucci)