Occupazione e Liberazione di Firenze
Il 4 agosto del 2024 ricorrono esattamente 80 anni dall’inizio della liberazione di Firenze dall’occupazione nazi-fascista e della distruzione dei ponti di Firenze. Quel giorno ha lasciato un segno indelebile nel volto di Firenze, rendendo incancellabile il ricordo del dramma della Seconda Guerra Mondiale.
11 settembre 1943- 11 agosto 1944
Firenze, come tutte le città italiane, dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 cadde sotto l’occupazione tedesca. Le truppe della Wehrmacht presero possesso della città esattamente l’11 settembre. A quella data seguirono esattamente undici mesi di occupazione in cui la città fu realmente governata dal Comando Militare tedesco. Chiara è la terribile situazione dalla lista dei principali ordini che vennero affissi su tutte le mura delle case della città.
L’occupazione
Il 12 settembre 1943 viene comunicato che chiunque sia trovato in possesso di armi sarebbe stato fucilato. Il 16 si ordinò a tutti gli appartenenti alla milizia fascista di presentarsi nelle rispettive caserme. Il 17 fu vietata qualsiasi manifestazione. Infine il 19 venne ordinato a tutti i militari di presentarsi ai rispettivi reparti e il 2 ottobre furono stabilite pene severissime per chiunque commette atti di sabotaggio.
I fascisti
Ricordiamo che Mussolini arrestato il 25 luglio viene liberato e portato in Germania il 12 settembre. A quella data il fiorentino Alessandro Pavolini diventa segretario nazionale del Partito fascista repubblicano, e partecipa alla fondazione della Repubblica Sociale. Per Firenze – e per l’Italia – l’occupazione tedesca vorrà dire l’applicazione delle leggi di guerra, il ferreo sfruttamento di ogni risorsa materiale ed umana al servizio dell’economia del Reich.
Il dramma degli ebrei
Ad aggiungersi al dramma dell’occupazione iniziano allora i rastrellamenti degli ebrei che erano rimasti in città. Oltre a loro furono arrestati i molti ebrei arrivati a Firenze da altre città italiane o da stati europei. Molti ebrei erano stati nascosti nei conventi. Questo grazie al cardinale Elia Della Costa, a numerosi sacerdoti e al rabbino Nathan Cassuto. Essi avevano creato un un comitato di salvataggio ebraico-cristiano che operava per la loro salvezza. Ottobre e novembre del 1943 furono i mesi più tragici, purtroppo anche a causa dei delatori e dell’ausilio delle bande fasciste. Il 6 novembre furono arrestate 311 persone, il numero reale è probabilmente più alto, perché molti non erano registrati. Il 9 novembre iniziò la tradotta verso Auschwitz. Dai campi di sterminio rientrarono a Firenze dopo la guerra solo 15 dei più di 300.
Il terrore
L’inverno del 1943-44 fu per tutti durissimo e tragico. Durante tutti gli undici mesi dell’occupazione costante fu il terrore che spargeva la polizia politica fascista, guidata a Firenze da Mario Carità. Era un vero gruppo criminale, ricordato come Banda Carità, che si macchiò di tremende torture ed efferati delitti. Il loro operare fu caratterizzato da rastrellamenti, delazioni, arresti, torture, uccisioni e deportazioni che colpirono sia partigiani sia inermi civili.
L’inizio della liberazione
La liberazione di Roma all’inizio di giugno aveva iniziato ad alimentare le speranze della fine della guerra. Il mese di luglio del 1944 aveva visto le truppe alleate progressivamente liberare la Toscana dall’occupazione tedesca. Il 3 luglio era stata liberata dalle truppe francesi Siena, il 13 luglio San Gimignano. Nella difficile avanzata verso nord seguirono Figline Valdarno il 29 luglio 1944, poi Impruneta il 3 agosto 1944.
L’VIII Armata
La mattina del 4 agosto le truppe inglesi dell’VIII Armata, i reparti coloniali in avanguardia, entrano a Firenze da Porta Romana. Tuttavia penetrare in città si rivelò tutt’altro che facile. Le batterie tedesche da Monte Morello e da Fiesole continuano a colpire l’Oltrarno, e nelle strade del quartiere la presenza dei franchi tiratori fascisti rendeva l’avanzare rischiosissimo. Fu allora che i partigiani, nella zona circa 3000 uomini, dettero il loro maggiore contributo alla liberazione di Firenze. Infatti ad entrare effettivamente in città furono dapprima le brigate Garibaldi, quella detta Arno e le brigate Rosselli di Giustizia e Libertà, mentre le truppe alleate si muovevano soprattutto all’esterno.
I partigiani
Con un pragmatismo tutto britannico, il comando dell’esercito inglese lasciò ben volentieri che i partigiani liberassero la città dalla presenza dei paracadutisti tedeschi e dei franchi tiratori fascisti, combattendo casa per casa per snidarli. Fra i tantissimi caduti ci fu anche il comandante partigiano Aligi Barducci “Potente”, ucciso da una granata in piazza Santo Spirito il 9 agosto. Non possiamo non ricordare che secondo quanto fu scritto dal Corriere di Firenze pochi giorni dopo la Liberazione fra la popolazione civile ci furono 379 morti e 1308 feriti, e a loro vanno aggiunti i 205 i partigiani caduti in combattimento, i 400 feriti e i 18 dispersi.
Fine dell’Occupazione
Tuttavia quello che fermò l’avanzata dei partigiani e degli alleati, dopo l’ingresso in città il 4 agosto, fu la distruzione dei ponti. Nella notte fra il 3 e il 4 agosto, i tedeschi, abbandonando la città, avevano fatto saltare cinque dei sei ponti di Firenze, facendo dell’Arno una barriera a protezione della loro ritirata. Buona parte della città sulla riva destra fu liberata solo l’11 agosto 1944. Tuttavia è importante ricordare che i quartieri periferici al nord furono liberati solo agli inizi di settembre. Di questo lungo mese che portò alla fine dell’occupazione e alla liberazione di Firenze racconteremo in un prossimo post.