L’attentato dei Georgofili – 27 maggio 1993 – 2013
L’attentato dei Georgofili .
27 maggio 1993 – 27 maggio 2013
Il nome Georgofili, che viene dal latino «georgica», a sua volta dal greco γεωργικός per definire l’abile contadino o anche solo l’agricoltura,dovrebbe ispirare l’immagine di ameni paesaggi, verdi campi e rimandare alla fruttuosa ed operosa attività dell’uomo amante della natura.
L’Accademia dei Georgofili fu infatti fondata nel 1753 dai granduchi Lorena per “contribuire al progresso delle scienze e delle loro applicazioni all’agricoltura in senso lato, alla tutela dell’ambiente, del territorio agricolo e allo sviluppo del mondo rurale” . Dal 1932 l’Accademia dei Georgofili di Firenze ha sede nell’antica Torre dei Pulci addossata all’ala di ponente del Palazzo degli Uffizi.
Il nome dei Georgofili tuttavia è purtroppo noto ai più a causa dell’attentato terroristico del maggio del 1993 che ne distrusse la sede e causò cinque vittime.
Quest’anno 2013 ne ricorre il ventennale e la città di Firenze ha commemorato le vittime, e ricordato quella tragica notte.
L’agenzia di stampa Ansa ha organizzato nel cortile di Palazzo Vecchio una mostra che permette di rievocare i fatti della notte dell’attentato. Sono riportate su pannelli le scarne parole dei comunicati, dal primo di poco successivo alle 1,04, ora in cui avvenne la deflagrazione, a quelli delle ore successive, per concludere con un breve riassunto della vicenda giudiziaria e delle condanne dei colpevoli. Proprio la forma succinta del comunicato stampa riesce a rendere tutta la drammaticità di quell’attentato.
L’attentato
Il boato della tremenda esplosione all’1,04 fu udito in tutta la città, l’esplosione distrusse quasi completamente la torre dei Pulci e provocò un forte incendio negli edifici adiacenti. Morirono i quattro membri della famiglia Nencioni, che abitavano nella torre , fra loro le due bambine di 50 giorni e di nove anni, Nadia e Caterina e Dario Capolicchio, che abitava di fronte, e a Firenze era venuto per studiare alla facoltà di architettura.
All’inizio si suppose che si fosse trattato di una fuga di gas. Nessuno infatti poteva immaginare un attentato terroristico nel centro di Firenze. Solo durante la mattinata, con il proseguire dei lavori di rimozione delle macerie, divenne chiaro che l’esplosione era stata provocata dal tritolo contenuto in un’ automobile. La mafia siciliana, rivelarono le indagini, aveva concepito ed organizzato l’atto terroristico.
L’obbiettivo dell’attentato non era la torre dei Pulci, ma la Galleria degli Uffizi. Nell’esplosione, che fece sobbalzare tutti i tetti degli edifici adiacenti, provocò lo scoppio dei vetri delle finestre di moltissime case e palazzi, l’ala di ponente della Galleria fu terribilmente danneggiata. Lo scoppio provocò danni non solo alle strutture dell’edificio, ma distrusse completamente tre quadri e moltissime furono le opera d’arte oltraggiate.
Altri attentati, indagini e colpevoli
Quella strage non fu l’unico attentato mafioso di quegli anni. Esplosioni uccisero i più competenti fra i giudici della Repubblica, Falcone e Borsellino, ebbero come obbiettivi giornalisti d’inchiesta come Costanzo, distrussero a Roma la chiesa di San Giorgio al Velabro, danneggiarono la basilica di San Giovanni in Laterano e provocarono la strage di Via Palestro a Milano. In Sicilia furono assassinati politici e sacerdoti.
La mafia aveva adottato la strategia del terrore con l’intento di portare lo Stato, messo sotto attacco, all’alleggerimento delle condizioni di detenzione in isolamento dei boss mafiosi, che impedivano loro di continuare a dirigere le cosche dalla prigione, alla cessazione delle indagini e ad un’eventuale trattativa.
Le indagini sull’attentato di via dei Georgofili del 27 maggio 1993 e il processo che è seguito hanno portato alla condanna all’ergastolo di 14 capo mafia, degli esecutori materiali e i complici dell’attentato.
Due libri, “Ore 1.04: la Strage” di Francesco Nocentini e Danilo Ammannato e “Peggio di una guerra. L’Italia sotto ricatto”, permettono di ripercorrere le fasi dell’attentato e della vicenda giudiziaria.
Recentemente il sostituto procuratore generale Giuseppe Nicolosi, che coordina ancora le indagini sulle stragi mafiose di quegli anni, ha dichiarato “A livello giudiziario siamo arrivati molto vicini alla completa verità. Ma potrebbe mancare un ultimo tassello sui mandanti, che potrebbe essere fornito da un eventuale nuovo apporto conoscitivo”.
L’olivo
Nell’anniversario dell’attentato del 2004 in via dei Georgofili è stato collocato un monumentale olivo, simbolo di vita e di rinascita. L’olivo nel corso di questi anni ha preso a vegetare e continua a crescere. Chiunque fiorentino o forestiero gli passi accanto non può non notarlo, stupito dall’insolita presenza di un albero nella stretta strada si ferma, e spesso, solo dopo aver letto la targa lì apposta, nota i segni lasciati dall’esplosione nelle ricostruita torre dei Pulci.
Significativo è che a memoria dell’attentato sia stato posto un albero di olivo, rivincita del vero e profondo significato di Georgofili, amanti di ciò che da vita – la natura, la cultura.
(C. Barcucci)