La festa della Rificolona
La Rificolona oggi è una festa della tradizione fiorentina che cade il 7 settembre, con manifestazioni organizzate e partecipate in tutti i quartieri della città, con una particolare attenzione rivolta ai bambini.
La parola “rificolona” deriverebbe dall’antico termine “fierucola”, cioè piccola festa.
Con il passare del tempo e lievi modificazioni ortografiche la parola rificolona è arrivata ad indicare l’oggetto simbolo della festa: i lampioncini di carta, di vari colori e dalle forme più diverse, arricchiti da nastri e coccarde.
Secondo la tradizione i contadini che venivano dalle campagne per la festa della Natività e per il mercato (l’8 settembre) quando erano sorpresi dal buio erano soliti accendere dei lampioncini riparati da un involucro in carta e fissati su un bastone.
Naturalmente i monelli, cittadini, si divertivano a prendere di mira i lampioncini con le cerbottane, creando situazioni tragicomiche o semplicemente una gran confusione.
Oggi nei vari quartieri vengono organizzati laboratori di costruzione di rificolone e sfilate, anche se il centro della festa è sempre la Piazza della SS. Annunziata dove anticamente si svolgeva il mercato.
La popolarità della festa è stata decretata dalla commedia musicale Acqua Cheta del 1908 che si svolge durante la festa. Al suo autore Augusto Novelli si deve il ritornello che è diventato il simbolo della festa.
“Ona, ona, ona
Oh che bella rificolona!
La mia l’è co’ fiocchi
e la tua l’è co’ pidocchi.
E l’è più bella la mia
di quella della zia”
Per estensione, forse perché le contadine vestite a festa esageravano un po, e in tipico stile fiorentino quando una donna è molto vistosa, molto ingioiellata e sgargiante viene definita una Rificolona (e non è un complimento!).