Era Calendimaggio
Calendimaggio è un’antica festa della Primavera che si celebrava a Firenze, “città del fiore”, e che si prolungava per tutto il mese di Maggio.
La festa era nota già nel medioevo e viene descritta da Dino Compagni, per ricordare le faide fiorentine fra Guelfi e Ghibellini, e dal Boccaccio,che nella vita di Dante ricorda il 1 maggio come data dell’incontro fra Dante e Beatrice. La celebrazione aveva inizio il 30 Aprile con la sospensione di tutte le attività lavorative e con sfilate e cortei in tutta la città tra l’allegria generale.
Durante questa festa i ragazzi andavano a cantare il maggio: fra ghirlande di fiori si ballava davanti ad una fanciulla eletta Regina di maggio, che le dirigeva. Queste celebrazioni primaverili sono testimoniate dalle poesie di Agnolo Poliziano e Lorenzo il Magnifico.
“Ben venga maggio
e ‘l gonfalon selvaggio!
Ben venga primavera,
che vuol l’uom s’innamori:
e voi, donzelle, a schiera
con li vostri amadori,
che di rose e di fiori,
vi fate belle il maggio,
venite alla frescura
delli verdi arbuscelli.”
La festa, d’origine pagana, prese anche un’impronta religiosa: s’inghirlandavano di fiori i tabernacoli e alla Compagnia del Ceppo si offrivano fiori benedetti.
A Calendimaggio l’arte dei calzolai onorava S. Filippo come suo protettore, con messe all’aperto davanti alla statua del santo eretto davanti alla chiesa di Orsanmichele.
Oggi la tradizione prosegue in particolare con le feste di Calendimaggio nel Mugello, a Barberino e Fiorenzuola.
A Firenze a parte il glorioso Maggio Musicale, da alcuni anni la notte fra il 30 aprile e il 1 maggio si svolge la Notte Bianca.