Quegli strani cartelli stradali – Clet Abraham a Firenze
Molti fra coloro che vivono o visitano Firenze si fermano stupiti a guardare degli strani cartelli stradali. Frecce di direzione che trafiggono cuori, divieti di accesso che diventano gogne o pesanti oggetti da sollevare, indicazioni di svolta si mutano in pagliacci che saltano fuori da una scatola.
I cartelli stradali a Firenze sono gli stessi che in tutto il resto d’Italia, ma quelli di cui ci interessiamo sono stati sottoposti ad una curiosa metamorfosi da un artista: Clet. E’ lui che aggiunge degli adesivi che coprono parte del cartello o vi sovrappongono dei dettagli, così che il messaggio dell’indicazione stradale venga trasfigurato.
Clet Abraham è d’origine francese, è nato in Bretagna, dove ha completato gli studi all’Accademia delle Belle Arti, ma già dal 2005 vive e lavora a Firenze. La sua idea nasce dal desiderio di riflettere e farci riflettere sulle immagini che ci circondano ogni giorno. Sicuramente i cartelli stradali sono onnipresenti e si impongono al nostro occhio.
Clet nota come l’Italia sia in particolare uno dei paesi in cui la segnaletica è particolarmente abbondante, ridondante e invasiva. Ciò l’ha spinto a cercare un modo di intervenire che, oltre a dissacrare la serietà del cartello stesso, pur non cancellandolo, proponesse un ulteriore livello di lettura, che aggiungesse un interesse spirituale, intellettuale o semplicemente del divertimento.
Clet ribadisce come i suoi adesivi possano essere facilmente rimossi, non danneggino alcunché e come questo lo renda differente dagli altri «street artists», specialmente da coloro che realizzano i graffiti . Talvolta è stato multato, questo però non l’ha fatto desistere. Da artista rivendica il diritto alla sua libertà espressiva e all’affermarsi fuori dagli schemi.
L’ uomo comune
Oltre che con i cartelli stradali nel gennaio del 2011 ( e nell’estate 2013) Clet ha suscitato lo stupore di chi attraversava il ponte alle Grazie, installandovi la statua «L’uomo comune» ad altezza naturale realizzata in fibra di vetro, che sporgendosi dal ponte è ferma nell’atto di fare un passo in avanti.
Clet afferma che il suo «Uomo comune» vuole essere uno stimolo a fare passi importanti e non temere il rischio che comportano. Simboleggia quei momenti della vita in cui si devono prendere decisioni e invita ognuno di noi a fare il proprio passo in avanti. «L’uomo comune» è stato concepito anche come una provocazione: istallato col favore della notte e senza alcun permesso è stato rimosso poco dopo dalla polizia municipale.
Clet ha dichiarato a proposito che la sua statua, afferma la sua personale volontà di fare un passo e ha obbligato le autorità cittadine a prendere posizione sull’arte. A suo parere ordinandone la rimozione queste hanno dimostrano di voler rimanere immobili e non voler muoversi in avanti.