Il nuovo museo dell’Opera del Duomo
Il nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze
Alla fine di ottobre 2015, dopo più di un anno di lavori di ristrutturazione, ha riaperto i battenti il Museo dell’Opera del Duomo. La visita del Museo è complementare a quella del centro religioso e dello spazio circostante e fondamentale per capirne la ricchezza. Il museo basa la sua unicità nell’essere il luogo che conserva ciò che nel corso di 700 anni è stato creato o esposto nel Duomo: Santa Maria del Fiore, e nel Battistero.
Il nuovo allestimento del Museo è stato concepito per coinvolgere tanto chi ha poco tempo ed un interesse limitato per la storia e l’arte, che per soddisfare chi desideri un approfondimento o anche solo godere di opere eccelse.
La sala della facciata del Duomo
Prima e scenografica sala è quella che permette di vedere come fosse l’originaria facciata del Duomo, quella concepita da Arnolfo di Cambio, iniziata nel 1296, innalzata fino al livello dei portali, cioè per 1/3 dell’altezza, mai completata e smantellata alla fine del Cinquecento. Nell’enorme spazio, ottenuto in quella che era la sala e la scena del teatro degli Intrepidi, si erge in grandezza naturale il modello della facciata, ricostruita fedelmente in resina e polvere di marmo, sulla base di un disegno eseguito nel 1587. Lo scopo, sicuramente raggiunto, di questa enorme “scenografia” è restituire le sculture al loro “habitat originario”.
Più di 50 opere, create fra il Trecento e il Quattrocento, sono esposte così da ricreare l’impatto visivo che dovevano avere nella loro collocazione originale. Così per esempio gli Evangelisti di Donatello e Nanni di Banco sono nella nicchia a loro destinata. Una scelta diversa è stata compiuta nel caso di opere che si trovavano in una posizione troppo distante dal visitatore, e poiché questo ne avrebbe impedito la visione, in base al criterio della massima fruizione della scultura stessa, nella nicchia è stata collocata una copia in scala 1:1, e la scultura originale è stata esposta a distanza ravvicinata. Così nel caso della Madonna, famosa per gli occhi di pasta di vetro, di Arnolfo.
L’impatto visivo di questa sala è sicuramente fortissimo e amplificato dall’aver ricreato, per quanto possibile, non solo la facciata, ma anche la piazza antistante. Sulla parete opposta infatti sono visibili le porte del Battistero. In due enormi teche, che ne permettono la conservazione, sono esposte la porta nord, e quella est, meglio conosciuta come Porta del Paradiso, create dal Ghiberti fra il 1401 e il 1452. Il recente restauro ha restituito alla porta nord lo splendore della doratura delle parti in rilievo, che risalta in modo particolare sul brunito del bronzo. (Nella sala è predisposta la teca per la porta sud, quella di Andrea Pisano, unica ancora rimasta a chiudere il Battistero, e che sarà trasferita nel Museo dell’Opera del Duomo nei prossimi anni.)
Nella sala della facciata inoltre sono esposti, anche questi dopo il restauro, i gruppi scultorei che sovrastavano le porte del Battistero, fra cui spicca la «Predica del Battista» del Rustici.
Le grandi sculture: Michelangelo e Donatello
La luce, che regna sovrana nella sala della facciata, contrasta con la penombra scelta per le sale dove sono esposte la straziante Maddalena di Donatello e la sofferta Pietà di Michelangelo. Qui la scultura viene proposta, pur nella sua materialità, come la riflessione e la meditazione di due maturi artisti.
Scelta espositiva che ricorre nelle diverse sale è il cercare di ricomporre le opere nella loro contiguità tematica, ma soprattutto nella loro contiguità rispetto alla collocazione originale.
Il Campanile di Giotto e la Cupola di Brunelleschi
Coloro che volessero continuare la visita del Museo dell’Opera del Duomo, scoprendo altre pagine fondamentali della storia e dell’arte di questo enorme complesso religioso, troveranno al secondo piano le opere create per il Campanile di Giotto e una sala dedicata alla cupola di Brunelleschi.
Nella galleria delle statue, da cui si aprono anche degli affacci sulla sala della facciata, si susseguono i 54 rilievi e le 16 statue di Andrea Pisano, Donatello e altri.
Nella sala della cupola è stato ricostruito il “cantiere” con gli attrezzi, e altri oggetti usati nella sua costruzione, un modello della cupola, e viene proiettato un video che ricostruisce la storia della costruzione.
Imperdibile è la vista della cupola stessa dalla terrazza che si trova all’ultimo piano.
Questo piano è dedicato ai progetti presentati dalla fine del Cinquecento per la realizzazione della nuova facciata del Duomo e che diventa un excursus nei diversi stili che si sono susseguiti fino all’Ottocento.
E la visita di queste ultime sale ci proietta fuori dal Museo dell’Opera, dove di fronte al Duomo possiamo idealmente unire i disegni di Emilio de Fabris, appena ammirati nelle sale, con la facciata, che oggi veste la Cattedrale e che, realizzata alla fine dell’Ottocento, compì la lunga storia della costruzione di Santa Maria del Fiore.
Consigliamo assolutamente la visita guidata del Museo dell’Opera del Duomo per dare voce alle opere, alle idee dei tanti maestri che parteciparono alla lunga epopea della costruzione del Duomo, ed entrare davvero in quell’epoca che segnò il passaggio dal medio Evo al Rinascimento.
(C.Barcucci)