La Tavola Doria agli Uffizi
Memorie di Capolavori di Leonardo
Firenze si sa è la patria di Leonardo. La Galleria degli Uffizi possiede le opere che lo rivelano e che ne suggellano l’affermazione. Nelle sale della Galleria si possono ammirare la prima testimonianza del talento di Leonardo che, assistendo il suo maestro Verrocchio, dipinge l’angelo di sinistra nella tavola del Battesimo di Cristo, poi l’Annunciazione e l’incompiuta Adorazione dei Magi.
Tuttavia fino al 29 giugno visitando la Galleria degli Uffizi si può allargare la propria conoscenza dell’opera di Leonardo, ricostruendo il destino di opere perdute o conservate altrove.
Nella sala delle Carte Geografiche, attigua alla sala 15, quella dell’esposizione delle opere di Leonardo, sono esposte la Tavola Doria, la Lotta per lo Stendardo, la Leda e il cigno, la Vergine con il Bambino e Sant’Anna tutte di anonimi pittori del XVI secolo. Sono tutte opere derivate da Leonardo e testimoni della sua arte e della sua fama. Il concetto di copia allora aveva una valenza diversa dall’attuale, copia era la reale memoria di opere che venivano vendute, trasferite altrove, o che si sapeva destinate, deteriorandosi, a sparire. La copia nel XVI secolo aveva una sua nobiltà e di tali nobili copie si compone la mostra in corso.
La Tavola Doria è la memoria coeva più importante della perduta Battaglia di Anghiari affrescata da Leonardo nel 1504 in palazzo Signoria, ma subito rovinatasi a causa dell’esito rovinoso della sperimentazione tecnica sui pigmenti. L’affresco, che rimase visibile fino al 1555 circa, fu evidentemente riprodotto in scala ridotta dall’anonimo pittore che poté ancora vedere quello che poco dopo scomparve distrutto o nascosto dal Vasari. La tavola Doria, illegalmente esportata dall’Italia dopo il 1940, è rientrata a far parte del patrimonio nazionale grazie alle tenaci ricerche che ne hanno permesso il ritrovamento nella collezione del Museo Fuji di Tokyo, che l’aveva inconsapevolmente acquistata.
Vi è rappresentato il momento cruciale della lotta quando i capitani di parte fiorentina Mezzarota ed Orsini si slanciano contro i condottieri milanesi e gli sottraggono lo stendardo. Vasari definì l’immagine “un groppo di cavalli” che, involontari attori, partecipano alla lotta. Furia, violenza, odio, accanimento, valore, coraggio, rendono la scena rappresentata da Leonardo un’eterna immagine della guerra. Colpisce come nella resa dinamica dell’evento e del movimento Leonardo allo stesso tempo fissi, in un immagine fuori dal tempo, l’essenza stessa della guerra.
Eccola dunque in mostra agli Uffizi.
Interessante è anche il confronto con la seconda tavola rappresentante la Lotta per lo Stendardo. Tavola anch’essa mutuata dall’affresco perduto.
Nella sala delle Carte Geografiche sono esposte anche la Leda e il cigno, forse di mano dell’allievo Salai o di Francesco Melzi, che si ritiene essere una copia ossequiosa di un invenzione di Leonardo, mai terminata dal maestro, ma vista in Francia da testimoni, e poi perduta.
Completa la mostra la Vergine con il Bambino e Sant’Anna copia in scala ridotta dell’omonimo dipinto oggi al Louvre. L’opera originale iniziata a Firenze verso il 1503, fu poi elaborata ulteriormente durante il soggiorno milanese dal 1507 al 1513 e poi seguì Leonardo in Francia al suo trasferimento alla corte di Francesco I. La copia in mostra evidentemente risale al periodo milanese e risulta essere uno degli esemplari più antichi e fedeli al disegno di Leonardo.
Vi invitiamo a visitare la Galleria degli Uffizi, per scoprire fino al 29 giugno nella sala delle Carte Geografiche, oltre alle opere di Leonardo in mostra permanente, le Memorie di capolavori di Leonardo – queste antiche copie che ci permettono di allargare lo sguardo a momenti diversi del percorso artistico del genio e di conoscere il destino di opere così diverse .
(C.Barcucci)