Eccellenze fiorentine – Il Gabinetto Vieusseux
L’organizzazione del gabinetto Vieusseux
Il gabinetto Vieusseux, un’eccellenza fiorentina ancora oggi, fondato a Firenze nel 1820, e aperto al pubblico dal 25 gennaio di quell’anno, é un’istituzione unica nel suo genere per la città. La prima sede era in Palazzo Buondelmonti in piazza Santa Trinita, dove il Gabinetto rimase fino al 1878.
Nel manifesto del 1819, che ne annuncia l’imminente apertura, si dice che sarebbero state messe a disposizione dei soci tre sale per la lettura e una per la conversazione, e si sottolineava, tutte ben illuminate e riscaldate. Nelle sale inoltre sarebbero stati disponibili giochi come gli scacchi e la dama, e sarebbe stato possibile usufruire di un servizio di ristoro offerto da un caffè nelle vicinanze. Il Gabinetto era aperto tutti i giorni dalle 8 alle 22 e la distribuzione dei libri iniziava alle 9 e terminava alle 17, si osservava la chiusura solo nei giorni di Natale e Pasqua. I servizi che offriva agli iscritti erano, oltre alla lettura dei periodici di diversi paesi, la cosiddetta «Biblioteca Consultativa» i cui volumi erano a disposizione nelle sale del Gabinetto, e la possibilità accedere al prestito grazie alla «Biblioteca Circolante».
Nel corso degli anni la biblioteca crebbe fino ad mettere a disposizione, oltre a quelli per la consultazione e ai 140 giornali scientifici e letterari, solo per il prestito circa 20.000 volumi.
I Vieusseux, per quanto mossi da un profondo interesse culturale e non essendo scevri da intenti morali, organizzarono il tutto come un’impresa commerciale e al Gabinetto si accedeva su abbonamento, la cui durata variava a seconda delle esigenze del lettore.
L’attività del Vieusseux
Grazie ai documenti che testimoniano dell’attività del Gabinetto si possono intrecciare storie e fatti del soggiorno di moltissime persone che usufruirono dei servizi della biblioteca.
Fra di essi importantissimo è il «Libro dei Soci» che elenca tutti coloro che si iscrivevano al prestito o anche solo alla consultazione di libri e riviste. Altro documento fondamentale è il «Libro dei Prestiti» in cui venivano elencati come in una stringata scheda bibliografica i titoli dei libri e sotto si scriveva il nome di chi avesse preso il libro in lettura. Al momento della restituzione il nome veniva cancellato con un frego. Nel «Libro dei Soci», colui chi desiderava iscriversi, scriveva di propria mano oltre al nome, l’indirizzo fiorentino, al margine l’impiegato del Vieusseux aggiungeva per che periodo era stata fatta l’iscrizione.
La mancanza di dati circa la provenienza rende impossibile il risalire, per i personaggio non famosi, alla nazionalità, ma suddividendo per aree linguistiche i cognomi si può dire che la maggioranza era di area anglofona, varia dal 66% al 46% nel corso degli anni, seguita dai francofoni dal 12 al 8%, poi dai lettori di area tedesca, per arrivare a quelli di provenienza slava che rimane stabile al 2,5%, fra di loro si contano tanto i russi che i polacchi.
I soci del Vieusseux
I suoi archivi ci narrano di più di 150.000 abbonati fra il 1820 e il 1926. Fra i lettori italiani i più famosi sono Giacomo Leopardi e d Alessandro Manzoni, fra i forestieri Stendhal, Arthur Schopenhauer, William Thackeray, Fedor Dostoevskij, Mark Twain, Emile Zola, Rudyard Kipling, Aldous Huxley e David H. Lawrence.
Il Gabinetto scientifico Vieusseux é oggi un «monumento culturale unico», essendo, fra i tanti gabinetti di lettura creati dal Settecento nelle varie città europee, l’unico sopravvissuto. Gestito come un’impresa privata dagli eredi dei Vieussieux fino al 1919, divenne nel 1925 un Ente Morale, gestito da un Consiglio d’Amministrazione presieduto, dal Sindaco di Firenze tramite un suo delegato.
Aperto alla consultazione e per il prestito il gabinetto Vieusseux continua a svolgere la sua funzione a quasi duecento anni dalla fondazione. L’intensa attività culturale, convegni, conferenze, pubblicazioni, testimoniano di un’eccellenza fiorentina ospitata oggi nelle solide mura di palazzo Strozzi.
(C.Barcucci)